Gli imballaggi sostenibili che arrivano dal mare

Quale poteva essere il fulcro del nostro ultimo articolo prima di augurarvi buone vacanze? Senza dubbio, il mare!

Probabilmente tra i nostri lettori c’è chi trascorre le vacanze ad alta quota dedicandosi allo sport e alla cura del corpo, ma si stima che gran parte degli italiani scelga località marine come mete vacanziere.

La scelta della destinazione è spesso influenzata dalla qualità del mare; ci preoccupiamo di verificare che esso sia limpido e che il fondale non sia roccioso perché le acque che ospitano scogli, molluschi ed alghe sono considerate sporche e nemiche dei bagnanti!

Ma la notizia che stiamo per darvi, probabilmente, cambierà il vostro punto di vista. Ebbene sì, perché anche le alghe possono diventare packaging sostenibile.

Ancora una volta, dunque, vi sottoponiamo una soluzione di eco-packaging ideata da uno studente (abbiamo già parlato delle forme sperimentali di packaging promosse da studenti e start-up).

Felix Pottinger, studente tedesco, ha inventato il POC, un materiale ecologico fatto con la posidonia (pianta acquatica). Esso è formato dalla fibra della posidonia ed un legante estratto dalla fibra stessa mescolato con altre fibre vegetali intatte.

Questo materiale alternativo a basso impatto ambientale ha già conquistato l’interesse di alcune aziende che tuttavia devono fare i conti con i tempi di attesa per i controlli di conformità rispetto alle norme dell’Unione Europea sulla conservazione degli alimenti.

Se da una parte la produzione del POC potrebbe far storcere meno il naso dei bambini che si infastidiscono a fare il bagno tra le alghe, d’altro canto la posidonia non è una risorsa illimitata ed è habitat naturale di micro organismi animali e vegetali.

Del resto, non sono le alghe a rendere il mare sporco ma tutti i rifiuti riversati dall’uomo. Basti pensare alle isole di plastica che galleggiano nell’Oceano Pacifico, grandi quanto interi paesi. Masse che crescono a dismisura perché la plastica non è biodegradabile e si scompone lentamente nel tempo in polimeri non metabolizzabili. La stessa plastica che potrebbe essere riciclata e ri-utilizzata invece di essere scaricata in mare, se solo ci fosse una maggiore sensibilità verso la raccolta differenziata.

E’ importante dare spazio alle nuove soluzioni di imballaggi, ma anche e soprattutto sensibilizzare l’uomo affinchè rispetti le risorse naturali. Interessante notare quindi come possa essere proprio il mare, saturo di scarti plastici, a regalarci un possibile filamento per il packaging ecologico.

Vi lasciamo con questa riflessione, nella speranza che possiate essere attenti a chi accanto a voi sia poco rispettoso del mare. Vi auguriamo buone vacanze e tanti buoni bagni… con le alghe e non!



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